Gli studi clinici riguardanti la terapia ormonale in postmenopausa hanno mostrato un aumento del rischio di malattia cardiaca coronarica nei primi anni dopo l’inizio della terapia e nessun beneficio generale.
Uno studio caso-controllo nested ha valutato una gamma di marcatori infiammatori, lipidici, trombotici e genetici per la loro eventuale associazione con la coronaropatia nei primi 4 anni dopo la randomizzazione e ha analizzato se uno di questi marcatori fosse associato all’iniziale incremento del rischio correlato alla terapia ormonale nelle donne in postmenopausa, di età compresa tra 50 e 79 anni.
A 10.739 donne già sottoposte a isterectomia, sono stati somministrati estrogeni equini coniugati ( 0.625 mg/die ) o placebo, e gli stessi estrogeni più Medrossiprogesterone acetato sono stati somministrati a 16.608 donne con utero intatto.
In un’analisi multivariata di 359 casi e 820 controlli, i livelli basali di 12 dei 23 biomarcatori studiati sono risultati associati a eventi coronarici: interleuchina 6, metalloproteinasi-9 della matrice, colesterolo HDL, colesterolo LDL, colesterolo totale, trigliceridi, D-dimero, fattore VIII, fattore di von Willebrand, conta leucocitaria, omocisteina e insulina a digiuno.
È stata osservata una tendenza verso una più forte associazione tra i biomarcatori e la malattia coronarica nei primi 2 anni dopo la randomizzazione.
Il polimorfismo genetico della glicoproteina IIIa leu33pro è risultato significativamente associato a coronaropatia.
E’ stata riscontrata una interazione significativa tra livelli basali di colesterolo LDL e la terapia ormonale; le donne con livelli di colesterolo LDL più alti sono risultate a maggior rischio di malattia coronarica se sottoposte a terapia ormonale ( P=0.03 per interazione ).
I livelli di molti marcatori sono stati modificati dalla terapia ormonale, ma questi cambiamenti non sono apparsi associati a futuri eventi coronarici.
In conclusione, in base ai risultati dello studio, molti marcatori trombotici, lipidici e infiammatori sono associati a malattia coronarica nelle donne in post-menopausa, ma solo il colesterolo LDL modifica l’effetto della terapia ormonale. Sono necessari altri studi per identificare i meccanismi in base ai quali la terapia ormonale aumenta il rischio di coronaropatia. ( Xagena2008 )
Rossouw JE et al, Arch Intern Med 2008; 168: 2245-2253
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